MONTE ADONE

 

Monte Adone domina le Valli del Savena e del Setta ed ebbe quindi grande importanza strategica una volta che il fronte raggiunse queste zone.

I Tedeschi vi realizzarono rifugi,trincee e depositi per i loro soldati e vi posizionarono mortai e mitragliatrici per rallentare l'avanzata degli Alleati. I lavori di preparazione su Monte Adone furono realizzati in fretta nei mesi di agosto e settembre 1944, quando fu chiaro che la ritirata dei tedeschi verso nord avrebbe interessato quelle zone. Per tali lavori furono impiegati in forma coatta anche lavoratori locali.

Gli Alleati della 34 divisione di fanteria liberarono Monzuno la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1944 ,mentre il vicino paese di Loiano fu liberato dalla 91 divisione di fanteria nel pomeriggio del 5 ottobre. Mentre sul lato destro del Savena l'avanzata americana proseguì verso Sabbioni, Monte Castellari, La Guarda e Livergnano, sul lato sinistro fu bloccata a Monterumici dalla 16 divisone SS. Il fronte restò fermo sulle seguenti posizioni: sullato destro del savena gli Alleati erano oltre Livergnano fino a Molino di S.Ansano; sul lato sinistro erano invece fino a La Piana, Varosola, La Tomba ed oltre fino alla cresta del Serretto e poi di nuovo giù fino a Cà di Barbieri e Cà Vallà sul Setta. I tedeschi erano difronte a loro, separati solo da una striscia di terra larga da poche decine di metri fino a qualche centinaio. In questa terra di nessuno di notte avvenivano regolarmente scontri di pattuglie in perlustrazione ed imboscate. A volte le pattuglie si spingevano fino agli avamposti nemici,riuscendo anche a catturare prigionieri. I tedeschi avevano però i rilievi di Monterumici e Monte Adone, la cui posizione era strategicamente molto importante. La loro linea di difesa (la Genghis Khan, che gli americani invece Winter Line) passava dalla Vallazza e dal Castellazzo, ed era l'ultima prima della pianura.

Il fronte restò su queste posizioni fino alla primavera del 1945 ed i dintorni di Loiano, Monzuno e Sasso Marconi ne furono le immediate retrovie, dove le truppe, che venivano impiegate a rotazione, potevano riposarsi per qualche giorno.

La fase finale della guerra, preparata da un massiccio attacco d'artiglieria, iniziò nella notte del 16 aprile 1945.

I soldati del 361° reggimento della 91 divisione americana attaccarono i tedeschi dell'8 divisione da montagna posizionati a Monte Adone. Si trattava di truppe giovani e ben addestrate, provenienti per lo più dall'Austria e dalla Baviera. L'attacco fu lanciato lateralmente, dalla Chiesa di S.Ansano verso Brento, poi a destra e a sinistra del Castellazzo. Le compagnie E e G degli alleati avanzavano sotto il tiro dei tedeschi, fermi nelle loro posizioni privilegiate di Monte Adone, Brento e il Castellazzo e la Vallazza. Gli alleati subirono enormi perdite, anche perchè incapparono in campi minati. Il duro combattimento proseguì così per due giorni finchè nella notte del 17 aprile ci fu una svolta. I soldati della compagnia F riuscirono, risalendo un canalone, a raggiungere la strada di Brento all'altezza di un piccolo rifugio (dove ora si trova una statua della Madonna). I tedeschi che erano in postazione al Castellazzo furono così attaccati alle spalle. Combatterono strenuamente per un giorno intero, poi si ritirarono e alle ore 04.45 del 18 aprile le truppe statunitensi liberarono Brento.

Nella loro rapida ritirata verso nord i tedeschi opposero ancora solo una debole resistenza, avendo abbandonato le posizioni di Monte Adone. I soldati della 91 divisione di fanteria americana raggiunsero la cima del monte alle ore 11.42 del 18 aprile 1945.

La conquista di Monte Adone si dimostrò una delle svolte più importanti della guerra in queste zone. In questa parte dei comuni di Monzuno e sasso Marconi il fronte era rimasto fermo per oltre sei mesi, costringendo la popolazione a sfollare ed a cercare rifugi provvisori. Molti morirono allora ed anche dopo, per le mine e le bombe inesplose disseminate ovunque. La guerra aveva procurato danni enormi agli edifici e alle colture.Brento era un cumulo di macerie, ma fu ricostruita grazie alla forza di volontà dei suoi abitanti, sorretti e aiutati da Padre Marella.

 

Nei pressi ha sede il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone ( vedi Amici-Partners ).

 

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